Nessuna citazione storica calza più a pennello di questa: “il dado è tratto”.
Oggi mi sento un po’ come Giulio Cesare, quando nella notte del 10 gennaio del 49 a.C, decise di varcare il fiume Rubicone, dando il via ad una guerra civile.
Si, oggi mi sento così. Anche un po’ come se la circolare di ieri del Miur, fosse il segnale.
“ Al mio segnale scatenate l’ inferno”, come dicevano in un famoso film (Il gladiatore).
Perdonatemi per questi cenni, ma avevo realmente bisogno di farvi capire chiaramente il mio stato d’animo.
Sono giorni che lotto per ottenere la parità di diritti scolastici per mio figlio disabile, perché per i suoi diritti lottiamo ininterrottamente da quando è nato ovviamente, ma nello specifico sono giorni che mi mangio il fegato per ottenere parità di didattica per lui, che ovviamente non trova riscontro nella DAD/DDI.
La circolare è nuova, tutto è in fase di studio, ok va benissimo. Non sto scrivendo questo articolo per parlare di circolari o diritti, vi sto scrivendo per raccontarvi il disagio che c’è dietro tutta questa situazione.
Negli ultimi due anni il mondo si è fermato, il fiato è rimasto sospeso ed i cuori, dei più, si sono inariditi.
Quanta fatica, quanto spreco di energie, quanta carne al fuoco dobbiamo gestire prima di trovare uno spiraglio di umanità.
Io, nonostante tutto, cerco sempre di vedere il lato positivo di tutto e quello spiraglio l’ho ritrovato spesso negli occhi di alcune persone: primi tra tutti quelli della meravigliosa insegnante di sostegno di mio figlio, per un genitore sentirsi completamente supportati da una figura professionale che oltre a saper fare veramente il suo lavoro mette anima e cuore in quello che fa è una smossa emotiva enorme. Per noi questo è stato fondamentale!
La cosa più difficile per noi è far capire agli altri cosa si prova, ma non per mancanza di empatia del nostro interlocutore ma solo perché se non si vive, difficilmente si riesce a comprendere a fondo la difficoltà di affrontare il tutto.
La vita è già piuttosto difficile così, invece di avere dei canali facilitati abbiamo uno scoglio ENORME che sia chiama burocrazia. Gli affanni maggiori per le famiglie di bambini/ragazzi disabili deriva dal fatto che ci sta troppa burocrazia, troppe carte da compilare, troppe cose da chiedere, troppo di tutto. Invece di aiutare, complicano le cose. Il carico è enorme, spessissimo disarmante.
In questi ultimi giorni ho pensato spesso ad una frase che mi dicono spesso: “ tuo figlio è fortunato ad avere una mamma come te, così combattiva e tenace”. Quando penso a queste parole, non penso a me, ma penso a quelle persone che magari non riescono ad essere così, provo ad immaginarmi quanto si sentano schiacciati dalla situazione.
Continuo comunque a pensare che nonostante la vita di merda, sia io ad essere la mamma fortunata, perché l’amore che ricevo da mio figlio, dai miei figli, non è misurabile nè paragonabile con niente.
L’amore di Thomas è puro, privo di malizia, sicuramente non adatto a a questo mondo sterile e veloce, ma senza dubbio adatto al mio cuore.
Oggi mi sento vittoriosa, va bene così.
Flavia 💙