Questa è una delle domande più frequenti che ci viene posta, come introdurre un nuovo medicinale?
Questo, ovviamente vale per tutti i bambini, in particolare per tutti quelli che hanno evidenti difficoltà nell’approccio alle novità.
La novità è sempre qualcosa che spaventa, perché non si sa come andrà a finire: la paura dell’ignoto, il doversi spingere fuori dalla propria comfort zone.
Detto questo, ci sono bambini e ragazzi nello spettro che riescono a prendere i medicinali piuttosto tranquillamente, poi ci sono quelli che i medicinali non possono nemmeno vederli sul tavolo appoggiati, che parte la crisi.
Il rifiuto, nel nostro caso, diventa subito un disturbo fisico. In che senso?
Thomas, appena vede un medicinale, senza nemmeno avvicinarlo alla bocca, inizia ad avere i conati di vomito e di conseguenza a vomitare. Pianti, urla e tanto tanto vomito.
Nella sua giovane vita lo abbiamo curato con pozioni ed unguenti, rimedi della nonna, creme messe furtivamente durante quei pochissimi momenti in cui dorme e cipolle sul comodino.
Ci sono casi in cui le medicine sono indispensabili e lui ha l’olfatto di un cane da tartufi: abbiamo nascosto le medicine ovunque, nel latte, nel succo, nello yogurt, nel pane, nelle polpette e persino nei nuggets di pollo. Nulla, se ne accorge e vomita.
Non avete idea di quante volte questo bambino abbia vomitato. Ormai l’associazione di immagine nel cervello porta automaticamente ai conati, la sua è un’arma di difesa. Il suo cervello alza il muro e reagisce così.
La disperazione spesso ci ha fatti sentire a pezzi, impotenti e non abbastanza pazienti. Non posso negare questi nostri sentimenti, però da bravi genitori fortissimi con il problem solving, ci siamo messi con un certo impegno per trovare una soluzione.
Ovviamente l’agenda visiva e le pecs sono di aiuto. Certamente il premio è una motivazione altissima. Tutto quello che volete, ma a volte ci vuole solo un pochino di fantasia.
Avevamo notato anche che l’orario di somministrazione incideva molto sui conati.
Quindi abbiamo aggiustato l’orario (ovviamente tutto monitorato dai medici, non mi fraintendete), e poi il colpo di genio.
Avevamo notato che il siringone per la somministrazione del liquido fosse un acerrimo nemico per il bimbo, ma che non funzionasse neanche il bicchiere, il cucchiaio o tantomeno le compresse.
E allora??? Cosa vi siete inventati, vi starete sicuramente chiedendo…
L’unica cosa che lui accetta di avvicinare alla bocca è la pipetta che si usa per la melatonina.
Siamo stati in farmacia ed abbiamo comprato un medicinale con la pompetta grossa, per usarla con il nuovo medicinale di Thomas.
Non lo avremmo mai detto, ma la combo di cose familiari alla vista, orario cambiato e testardaggine di questa mamma e questo papà stanno funzionando.
Genitori con problem solving: LIVELLO PRO.
Flavia