Questo è il racconto dell’inizio del percorso odontoiatrico speciale riservato ai bambini e ragazzi autistici della nostra città ed ha sede all’ospedale Santa Chiara di Pisa. Un percorso che non inizia con la visita, inizia da prima, dalla conoscenza dei genitori, dalla presentazione del bambino, dal confronto con le altre persone del team. Un percorso che non vuole riuscire solo a visitare un bambino una volta, ma vuole costruire un rapporto, ispirare fiducia, creare un ambiente protetto e sicuro. La parola d’ordine è FAMILIARIZZARE e istruire alla salute orale.
IL PRIMO INCONTRO CON ME:
Chi mi conosce lo sa, non riesco a relazionarmi bene con i dentisti e con gli studi dentistici, sono sempre nervosa, in ansia, mi sento come impreparata ad una interrogazione alla cattedra. Sì, anche se questa volta non mi riguarda direttamente ed è solo un colloquio conoscitivo.
Ecco, detto questo, arriva il giorno, cioè la mattina. Mattina piovosa, fredda, grigia e anche di sciopero a scuola, tanto che Riccardo è dovuto venire con noi.
L’ unica cosa bella è che l’ambulatorio si affaccia su Piazza dei Miracoli che non vedevo da un po’ perché da bravi vicini di casa non andiamo mai a Pisa a fare un giro.
Entro in una palazzina che non promette niente di buono, triste, fatiscente, sfiancata dalla pandemia, mi siedo e aspetto. Mi dicono che la dottoressa è in ritardo e storgo la bocca, tanto non si vede sotto la mascherina. Poi arriva, giovane e piena di entusiasmo, mi bastano pochi minuti e già mi sento rassicurata e compresa mentre mi chiede di raccontare “di ogni su Riccardo”.
L’ EMPATIA è proprio una cosa bella, dovrebbero rilasciare dei certificati di empatia.
Sicuramente verrà fuori un bel percorso, sono ottimista oggi.
POI LA PRIMA VISITA (febbraio 2021):
Il dentista fa paura a tutti. L’autismo sa essere imprevedibile. Dentista e autismo, paura e imprevedibilità, insomma una mattina davvero tosta.
Invece, come quasi nulla fosse, la gestione dell’attesa dell’ingresso è stata dignitosa, le presentazioni con i medici abbastanza disinteressate. L’ingresso nell’ambulatorio si è svolto tra titubanza, compitezza e serietà, come un vero signore che va al patibolo. E io dietro, invece, in preda ad una fantozziana flemma…avete presente?
Non ho idea di come la dottoressa abbia visto ciò che ha visto, 28 sì, 32 no, 29 ok… fortunatamente dalla mascherina non si è visto il mio sorriso nervoso. Sono contenta, Riccardo collaborativo nei limiti, tutto bene. Per scaricare la tensione due passi in Piazza dei Miracoli. Deserta. Che impressione.
Ci si sta disabituando alle cose belle.
Chiara