Stiamo cercando di organizzare un fine settimana fuori, lo dico a bassa voce, di questi tempi non si sa mai, far programmi è sempre molto pericoloso. Così mi rendo conto che scorrendo un po’ di possibili alloggi che abbiano il coraggio di ospitarci, andrebbe chiesto a loro, controllo la pericolosità degli ambienti, scale, scalini, vetrine, mansarde, mobili che si prestano al climbing e la quantità di complementi d’arredo ad abbellimento degli stessi.
Sì, avete capito bene, prima del prezzo e del luogo, quasi, si guarda che il posto possa subire il meno possibile la nostra presenza.
Sto scherzando, siamo buoni ospiti, ma siamo esigenti. Troppi arredi, troppe cose, troppi accessori, troppe luci, troppi ingombri, troppi rumori, ci possono destabilizzare.
Non fraintendete, le cose belle piacciono molto anche a noi, perché come ci insegnano un turismo inclusivo pensato e creato ad hoc deve facilitare la fruizione della bellezza e renderci più felici, ma i nostri bimbi valutano i luoghi con una diversa “scala”. Noi genitori, ormai rodati dall’esperienza, cerchiamo di anticiparli per rendere serena l’esperienza in un luogo nuovo.
Ecco perché “genitori che spostano cose”.
Una battuta tra noi che contiene mille esperienze vissute, tanti viaggi, tanti pernottamenti, tante storie, tanti ricordi. Ogni volta che entriamo in un posto lo passiamo allo scanner e mettiamo cose in alto. Mettiamo cose negli armadietti, avviciniamo e spostiamo sedie e tavoli, creiamo spazi, semplifichiamo passaggi, liberiamo le prese da abat-jour e lampade di design per occuparle con tutti i nostri dispositivi elettronici che contribuiscono, in maniera essenziale, al buon andamento della vacanza.
Questa volta, però, siamo insieme noi Shape questo può facilitare un sacco la ricerca ma anche la permanenza.
Viaggiare è un duro lavoro, ma qualcuno dovrà pur farlo!
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Chiara