Raccontare ci piace, ci serve, ci aiuta, ma a volte dobbiamo pensare molto a cosa raccontare. Anche se può non sembrare, ciò che appare non è sempre ciò che è.
Molte persone ci scrivono, ci dicono che mettiamo troppo i fatti nostri in piazza, ci criticano, ci correggono, ci giudicano, ma non sanno.
Quello che decidiamo di condividere è sempre e solo la verità ma spesso è molto filtrata. Anche se a volte è spietata e cruda, come è giusto che sia.
Non siamo qui a raccontarcela. Ci unisce una gran voglia di fare, un sano ottimismo che ci fa sempre (quasi) vedere il bicchiere stracolmo ma la quotidianità ci mette alla prova alla grande.
Tanti farebbero meglio di te ma chi veramente avrebbe voglia di mettersi nei tuoi panni?
Non un’ora, non due ore settimanali, almeno 24 ore cari miei.
A volte, non lo neghiamo, è complicato anche farsi comprendere dai professionisti, dagli operatori che ci seguono, proprio perchè ciò che succede a casa rimane a casa, come a Las Vegas.
Ed è difficile raccontarlo a parole, farlo comprendere, ma soprattutto difficile è avere una risposta che non ci faccia sentire genitori incapaci.
Io personalmente odio le risposte ovvie.
“Ma hai provato a fare questo? Ma gli hai detto questo?”
Siamo genitori spesso stanchi e indaffarati ma mica sprovveduti, almeno risparmiateci tutta una serie di domande alle quali in risposta vedrei bene solo la famosa espressione della Contessa di Grantham di Downton Abbey.
Insomma, noi ce la sbrighiamo e tutto sommato ce la sbrighiamo benino, arriviamo a sera, tutto è a posto e niente in ordine ma a noi va bene così.
E dentro a quel caos c’è tutto, la nostra forza, il nostro amore, i nostri pianti e le nostre risate, l’impegno, i successi e le sconfitte delle nostre giornate sempre uguali ma tutte diverse.
Grazie alle persone che ci sono e che ci stanno accanto.
Buona domenica.
Chiara