Thomas era nato da qualche ora, ed io avevo subito un importante intervento durante il parto che mi ha letteralmente salvato la vita. Ho avuto un sacco di complicazioni, me la sono vista veramente brutta. Sofferenza fisica e stato d’animo a terra, stavo male, forse non avrei superato la notte. La notte è stata un delirio, dolori ovunque, lancinanti. Nonostante tutto Thomas subito attaccato al seno, ero distrutta. Sapevo che la mattina dopo Rebecca sarebbe venuta a conoscere Thomas, lo aveva visto solo qualche secondo dopo il parto, di sfuggita, dalla cullina.

Ho dovuto trovare tutta la forza che era dentro di me, per riuscire anche solo ad alzarmi: catetere, drenaggi e flebo ovunque. Il medico diceva di non fare sforzi, era già miracoloso che fossi viva. Ma io no, sapevo che l’impressione che avrei dato a Rebecca sarebbe stata il suo nuovo mood nei confronti del fratello.

Rebecca finalmente arriva e mi abbraccia forte, aveva due anni e sette mesi quando è nato Thomas. Intelligente, furba ma pur sempre una bambina.

Ho atteso ore quel momento, lei si sdraia sul letto con lui e lo bacia, con un bacino sul visino, tanto dolce da togliere il fiato. Quello è stato il motore che mi ha fatto ripartire, ero viva, loro erano bellissimi ed io fortunatissima. Mio marito raggiante, i bimbi splendidi… i miei genitori ancora provati dall’esperienza estrema del mio parto (cinque ore sotto i ferri dopo il cesareo) erano emozionantissimi, ed io? Io ho capito che amare non aveva misura, che non poteva essere contenuto.

Una scena da film, quasi idilliaca…..

Poi una vocina, era Rebecca: “ Mammina è bellissimo, ora vieni a casa con me, lui puoi lasciarlo qui”.

Così è iniziata la nostra vita a quattro, difficile, faticosa, ma solo e soltanto nostra.

Flavia 💙

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