Vi racconto il nostro viaggio in Portogallo, fatto di soste e visite pensate intorno a lui. Abbiamo cercato di spingere un po’ sull’acceleratore rispettando anche i momenti no, che vi assicuro sono stati diversi.
Un po’ lo sapevamo quello a cui saremmo andati incontro. Mi sento, comunque, sempre di spronare le persone a trovare la propria modalità di viaggio e a non negarsi nessuna nuova esperienza.
Sulla carta cosa fare con un bambino di 4 anni autistico può demoralizzare in partenza, va solo rivisto il punto di vista. Si deve trovare una chiave alternativa di approccio alle visite, ripensarle. Non vuol certo dire fare un viaggio meno bello, magari solo diverso.
Una corsa invece di una visita ad un museo. Con il tempo capirete cosa in più può lasciarvi una corsa in termini di vita, esperienza, natura e benessere, mettiamola così. Pensate agli spazi aperti, alle spiagge, ai bagni in mare, alle attività in acqua e ancora pranzi take away consumati in giro, fast food velocissimi, ristoranti all’aperto per confonderci nella confusione. Non ci si annoia, si vive a mille.
ITINERARIO: Valensole (Provenza) Biarritz Costa nord Portogallo Porto Costa Nova e Aveiro Nazarè + Peniche + Obidos Lisbona Azenhas Do Mar + Cabo da Roca + Cascais Spiagge Porto Covo + Odeceixe 4 giorni in Algarve (Costa Vicentina tra Aljezur, Sagres e Portimao) Cacela Velha + Tarifa e Gibilterra Trasferimento Estepona – Terragona Rientro in Italia
COSA SIAMO RIUSCITI A FARE: Correre tra i campi di lavanda. Mangiare una pizza a Biarritz, un po’ velocemente e con qualche malumore ma ci siamo mimetizzati nella confusione. Visitare Porto a piedi (con il passeggino!) e pranzare in un ristorante in un vicolo, un po’ in piedi, un po’ seduti, mangiando noi bacalao e lui pizza. Vedere Lisbona dal bus sightseeing, giro di più di due ore che fortunatamente ha soddisfatto sia noi che lui. Qualche giorno di mare, corse sulla spiaggia e bagni nell’oceano. Una cena di pesce al ristorante Adega dos arcos di Sagres e lui seduto per terra a mangiare patatine fritte… Soste ai parchi giochi e momenti di altalene varie. Lunghi tragitti, soprattutto gli ultimi due giorni, vissuti con una certa tolleranza da parte sua.
MOMENTI NO: Quella pizza in piedi mangiata alla velocità della luce a Biarritz. Crisi di pianto e urla perché proprio non voleva entrare nel Faro di Nazaré. Visita velocissima di Aveiro tra lamenti e corse. Quella cena seduto per terra con piatto di patatine nel ristorante di Sagres. Visita di Cabo da Roca uno per volta perché proprio non voleva saperne di scendere dal van. Queste sono quelle che mi ricordo. Fortunatamente la maggior parte delle volte ce la siamo cavata con una “calmante” colazione o merenda al bar e per noi “dois caffè, obrigado” per ripartire con sprint.
Il nostro viaggio ha previsto sempre pernottamenti in campeggi tranne due hotel per riprendere fiato. Apro una piccola parentesi: fermarsi con il van in campeggio è molto bello ed economico (all’estero, in Italia molto meno) ma non sempre è una cosa veloce arrivare e sistemarsi. Lo stesso smontare, riordinare e ripartire il mattino dopo. Il campeggio non vuole fretta, come è giusto che sia, quindi in transito, a seconda delle distanze e degli orari di partenza della mattina, mal si presta come scelta logistica. Il campeggio lo devi anche un po’ godere, non può essere qualcosa da vivere frettolosamente.
Il Portogallo è tutto da scoprire e si presta molto al viaggio all’avventura. Ci è piaciuto talmente che nell’estate 2020 siamo tornati, con fratellino di un anno al seguito. Dei pazzi!
Che dire, ci piacciono le sfide.
Chiara